UNA TRADIZIONE
DI FAMIGLIA
DI CUI VADO FIERO
… Ero bambino quando udii
per la prima volta questo nome:
Ebanisteria Meccanica
Sono molto grato alla mia famiglia per tutto ciò che mi ha trasmesso.
Mi chiamo Diego Moretti, porto il nome di mio nonno e ne sono fiero. Purtroppo non l’ho mai conosciuto. Quando chiedevo a babbo di parlarmi di lui mi diceva che era il suo più grande amico e maestro. Come lo è stato babbo per me, del resto.
…Ebanisteria Meccanica. Rimasi colpito da quel nome, ero bambino. Lo pronunciò mia nonna.
Di padre in figlio
Nonno imparò il mestiere nella falegnameria Clemente, antica realtà artigiana sassarese dei primi del 900’, in seguito decise di aprire il suo primo laboratorio. Era il 1931.
A quei tempi si lavorava a mano, non c’erano i macchinari, si faceva correre la pialla, la sega, la raspa. Mio nonno faceva ogni tipo di lavoro con il legno, oltre all’arredo; si interessava di liuteria e di qualsiasi oggetto, eseguiva dai lavori strutturali ai lavori di intaglio e artistici, chi lo ha conosciuto dice che era molto preciso nel lavoro, un Maestro pignolo, un grande Artigiano Ebanista e un grande Uomo.
Negli anni iniziavano ad arrivare i primi macchinari per la lavorazione del legno e nonno decise di dare il nome di Ebanisteria Meccanica, ovvero l’ebanisteria che con l’avvento dei macchinari diventava meccanica, o meccanizzata.
Mio nonno venne a mancare quando babbo aveva 18 anni. Con grande coraggio, lui decise di portare avanti il mestiere e la società.
Cucine, mobili, tavoli e… quella sinfonia inconfondibile
Nel laboratorio di mio padre ho visto e imparato veramente tanto. Da lui e da tutti quei maestri in fila dietro ai loro banchi che creavano cucine, mobili, tavoli, scale a chiocciola.
Iniziai a frequentare la falegnameria da bambino, quando Babbo mi portava a “lavorare” con sé durante la pausa estiva delle scuole elementari. Io Iniziai col passare la scopa tra i banchi e fare i lavori da “ragazzo di laboratorio”.
Ricordo che non c’era mai silenzio, si sentivano i macchinari che giravano forte, tutto il giorno. E anche quando erano spenti, il ritmo dei martelli si combinava con quello della carta vetrata che rifiniva i prodotti.
Una sinfonia accompagnata dalla polvere dal profumo dei legni in giro,
Cucine, mobili, tavoli, scale a chiocciola, qualsiasi tipo di lavoro su misura in legno, fatto con Maestria e a regola d’Arte.
Babbo era Mastro Moretti. Era un grande uomo e grande artigiano ebanista.
Ebanisteria Meccanica: il sogno che viene dal mare
Nel 2003 mi fu proposto di costruire un prototipo di scafo. Stavo facendo il servizio di leva a Sassari e di giorno andavo in caserma, mentre la notte andavo in cantiere a costruire la barca.
Nel 2004 Protonio (questo era il nome dello scafo) partecipò al Gran Pavois de La Rochelle, fiera internazionale della vela (Francia) e vinse il premio Colpo di Fulmine per la barca più bella del salone per la sezione legno. Senza dimenticare la menzione speciale per il progetto e le tecniche costruttive utilizzate. Gli orizzonti si ampliarono e decisi di dedicarmi alla costruzione di scafi. In totale realizzai tre barche: Protonio (2003), una lancia (2006), e il Velivolo (2007), altro prototipo che partecipò con successo a numerosi Saloni nautici internazionali.
Poi nel 2005 partii per Cantù, rinomata città del mobile italiana. Centro di eccellenza nella produzione del mobile, design e complemento d’arredo. Un’esperienza di lavoro, cultura e studio del mestiere tra botteghe artigiane e convegni sul legno e sul design del prodotto. Dopo due anni in Brianza tornai nella mia Sardegna e costruii prima la lancia a motore su commissione, dopo costruisco il Velivolo (vedi sopra).
Nel 2008, ultimato e testato il Velivolo, aprii ufficialmente il Cantiere Moretti, laboratorio specializzato nella costruzione di barche e strutture rigorosamente in legno.
Tempi duri. Quelli giusti per fare una scelta “contro vento”
Durante gli anni, il cantiere si evolve passando dalla cantieristica navale alla tradizionale falegnameria su misura. Mantenendo sempre quel gusto per l’innovazione e la creazione di nuovi prodotti.
Così iniziai lo studio di prodotti di arredo e di vario genere in cui combinare l’utilizzo di nuovi materiali, forme e funzionalità.
Furono tempi duri: il lavoro su misura stava velocemente sparendo “grazie” alle grosse catene di distribuzione. Quindi presi una decisione. Quella di non stare più ad aspettare un lavoro che non arrivava mai, se non occasionalmente.
Nel 2012 realizzo la “Libreria ad Incastri”. Il progetto, selezionato dal concorso “Young & Design”, riceve la menzione speciale al Salone del Mobile di Milano.
Un progetto complesso sebbene miri alla semplicità di montaggio, utilizzo e trasporto.
La libreria e la sua filosofia di costruzione rappresentano una svolta che si concretizza in un importante scelta: RINASCE EBANISTERIA MECCANICA. Decido di dare nuova vita a questo nome bellissimo e così prezioso per me creando un vero e proprio brand che esalti l’oggetto ben disegnato, fatto e rifinito a mano.
Creazioni di alta manifattura e finiture di pregio, oltre alla realizzazione di classici oggetti di arredo e utilità.
Negli anni successivi realizzo il prototipo del tavolino Disquadro e poi la linea “Mesurè” (“mia sorella” in dialetto sardo) formata da cassettiera, settimino, comodini e Servomuto. Poi, nel 2016 è arrivato Aladino…
Oggi Babbo, il mio grande maestro, non è più qui. Ma continua a starmi vicino. Sempre. Ed io ora sento ancora più grande la responsabilità di portare avanti ciò che mi è stato tramandato. Non solo come una tradizione ma come ciò di più caro che ho.